Lei era li, seduta sotto il pergolato, puntuale dopo pranzo prendeva il filo magico tra le mani e in compagnia del canto delle cicale iniziava ad intrecciare nodi d'amore. Io sgattaiolavo dal letto e mi sedevo sul divano in pelle verde per osservare il sorriso di nonna Annina e il filo magico tra le sue dita.
Ho ancora il telaio in cantina, a volte tesseva lenzuola e asciugamani di lino, erano rigidi e forse poco confortevoli ma non avevano rivali con la fragile biancheria dei nostri tempi. I ricami traforati e i bordi all'uncinetto, trasformavano la semplice tela in capolavori d'arte, piccoli tesori, orgoglio per chi li possedeva e per chi li aveva creati.
A pensarci bene le mie nonne erano due grandi appassionate del fai da te, a parte il fatto che a quei tempi molte donne si dedicavano più facilmente all'autoproduzione. Ma loro erano due fantasiose artiste, ed io, fortunata ereditiera di tali arti, ho proseguito a coltivarne le passioni.
Le due meravigliose donne si uniscono come d'incanto: il sapone e l'uncinetto, incontrano uno strano abbinamento.......ma prima o poi tutto ha un senso. Ed ecco che tra i miei pensieri nascono delle piccole spugne di cotone che sostituiranno quelle sintetiche del mio bagno. E per togliere il trucco farò dei piccoli dischetti da riutilizzare senza sprechi.
La mia sarà diventata una forma di resistenza domestica?
Forse, ma prendo in mano l'uncinetto e con il filo intreccio qualcosa che non andrà più perso.
Nel baule non ho trovato solo ricordi, c'era anche il filo magico della nonna, quello che lei stringeva tra le dita mentre attraversava il dedalo della vita.
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