sabato 12 luglio 2014

IL SEITAN......a modo mio!!!

Seitan 

Anche il seitan ha origini orientali e si dice che un monaco buddista, nella sua semplicità, scoprì questo prodotto lavorando acqua e farina di frumento portando a tavola un piatto simile alla carne con le stesse proprietà.  Infatti l’etimologia della parola seitan significa: Sei= è  - Tan=proteine.
Il processo di estrazione del glutine dal frumento si ottiene proprio aggiungendo acqua alla farina e impastando il composto. L’impasto ottenuto viene poi sottoposto a cicli di lavaggio in acqua per poter eliminare l’amido ed estrarre il glutine, che sarebbe la parte proteica dei cereali.

Penso che quel monaco ebbe un'idea geniale e mi chiedo se sapesse dell'alto contenuto proteico del glutine ricavato oppure fu per lui un espediente per sorridere davanti a una tavola semplicemente povera. Oggi possiamo anche noi produrlo facilmente in casa e cucinarlo come fosse carne, dandogli la forma di un arrostino,  o spezzatino, macinato nel ragù, oppure come scaloppine perché il prodotto finale, avendo una consistenza elastica e compatta, si presta bene nel creare “imitazioni” della carne.
In commercio ho trovato anche il glutine di frumento già pronto che sicuramente facilita e dimezza i tempi di preparazione, ma non sempre è reperibile e certe volte il costo è troppo alto rispetto al quel po’ di tempo in più che potrei dedicare a prepararlo ricavandolo direttamente dalla farina di frumento.

Di seguito vi spiego passo  passo come poterlo fare e spero che anche a voi piaccia, non solo mangiarlo ma, anche autoprodurlo in casa.  

SEITAN (come ricavare il glutine dalla farina di frumento)

Ingredienti:
  • 1 kg di farina Manitoba (è la più ricca di glutine e otterrete circa 500 gr di seitan)
  • Brodo vegetale a piacere (io uso cipolla, carota, sedano, basilico, prezzemolo, funghi secchi, concentrato di pomodoro, 1 foglia di alga Kombu)
  • Salsa di soia 

Preparazione:
  1. Impastate la farina con l'acqua, lavorate la massa per alcuni minuti, fino ad ottenere un composto liscio, compatto ed elastico, simile a quello per la pizza. Potete usare anche altre farine, ma la Manitoba è la più ricca di glutine. 
  2. Il trucco per accellerare i tempi di lavaggio è fare riposare l'impasto: ricopritelo con acqua tiepida e lasciatelo riposare così tutta la notte. 
  3. Trascorso questo tempo di posa, possiamo iniziare a lavare l'impasto sotto l'acqua corrente, per separare il glutine dall'amido. 
  4. Mettete il recipiente con l'impasto dentro il lavello della cucina e con le mani impastatelo delicatamente fino a quando l'acqua lattiginosa con gli amidi non diventa acqua quasi limpida. 
  5. Fate scorrere l'acqua del rubinetto sul contenitore con l'impasto e mentre manipolate con le dita alternate 5 minuti di acqua calda con 5 minuti di acqua fredda. Proseguite in questo modo per circa 15 minuti (tenere in ammollo la pasta tutta la notte ci ha aiutato a dimezzare i tempi) e fermatevi quando la massa si riduce a quasi la metà del volume iniziale, avrete finalmente ottenuto il glutine e sarà pronto per preparare il seitan.
  6. A questo punto potete condire l'impasto con aromi misti a piacere e lasciare riposare il glutine ricavato per 15 minuti in modo che si insaporisca: io di solito metto un mix di erbe aromatiche, salsa di soia e concentrato di pomodoro. 
  7. Nel frattempo mettete sul fuoco una pentola con l'acqua per fare il brodo vegetale, mettete le verdure e gli aromi che più vi piacciono ma non dimenticate di aggiungere la salsa di soia per dare sapidità al seitan. 
  8. In questo caso diamo all'impasto la forma di un arrostino e lo adagiamo su un telo di cotone (il cencio della nonna è ottimo e si compra in merceria) avvolgete e chiudete le estremità con un spago, come fosse la carta di una caramella. 
  9. Quando il brodo sarà pronto, adagiate il seitan nell'acqua e fatelo cuocere per circa 50 minuti con un coperchio sulla pentola. 
  10. Terminata la cottura non estraetelo subito, ma lasciatelo raffreddare nel brodo di cottura. Infine tiratelo fuori dal brodo, aprite il telo e cucinate il seitan come desiderate utilizzando le tante ricette che si possono fare con questo alimento. 
  11. Il telo di cotone dopo l'uso non va lavato con i detersivi, mettetelo semplicemente in ammollo con acqua calda e bicarbonato. 
  12. Il seitan si conserva in frigo nel suo brodo di cottura per una settimana o se volete potete anche congelarlo. 
  13. Mi raccomando, non buttate le verdure filtrate dal brodo di cottura......insieme all'okara (la polpa di soia filtrata per fare il latte) oppure con altri ingredienti, le potrete usare per cucinare un gustoso polpettone o sformato di melanzane!

                             

 

IL TOFU.....a modo mio !!!

Tofu 

Il tofu, un alimento della tradizione orientale, si ricava dalla soia ed è ricco di proteine e calcio, ottimo sostituto della carne per vegetariani e degna alternativa al formaggio per chi è intollerante al lattosio. Infatti, il tofu si può paragonare a un formaggio dalla consistenza fresca come il primo sale, di colore biancastro e insapore, versatile in cucina per molte ricette. Si può trovare in commercio in varie versioni: al naturale, alle erbe, sott'olio con spezie, affumicato, morbido e più compatto. 

Così, quando mi venne la voglia di autoprodurlo in casa, non solo per il piacere di farlo ma anche per risparmiare, iniziai a girare tra le ricette sul web per imparare a farlo. Leggevo di tutto e ovunque ma pochi siti o blog spiegavano chiaramente o dettagliatamente i passaggi e cosa più importante nessuno seguiva una formula precisa. Qual’era quella giusta? 
Per scoprirlo dovevo solo provare e riprovare per capire se esisteva un preciso rapporto tra latte e coagulante, quantità di acqua e tempi di cottura.

Due o tre prove furono sufficienti per non ottenere risultati soddisfacenti, poi finalmente trovai la giusta combinazione e da quel giorno in poi è sempre un piacere farlo sia per il palato che per la gioia di tutta la famiglia, che lo divora in men che non si dica.

Le dosi per fare il latte di soia sono: 100 gr di soia gialla x 0,900 ml di acqua (anche 1 lt)
Tofu con latte di soia acquistato: al naturale e con percentuale di grassi non inferiori al 2%
Le dosi del coagulante per fare il tofu sono: 7 gr di cloruro di magnesio (oppure 7,5 gr Nigari) x 1 litro di latte di soia. *Il Nigari o il cloruro di magnesio si possono sostituire, in alternativa, con il succo di limone in queste dosi : 75 gr di succo di limone x 1 litro di latte di soia.
La temperatura per coagulare il latte di soia è: se si usa il il cloruro di magnesio o il Nigari a circa 85°/88°, mentre se utilizzate come coagulante il limone sarà a 40°/45°

Dimenticavo di spiegare una cosa importante, il coagulante che si usa per fare il tofu non è di origine animale, ma bensì vegetale. Infatti il Nigara (nome giapponese del prodotto) non è altro che cloruro di magnesio al 97% più 3% di oligoelementi. E’ in scaglie, si trova facilmente in farmacia in confezioni da 100 gr. e costa circa 2 euro. Si può usare ugualmente il cloruro di magnesio acquistabile sempre in farmacia (io lo preferisco) oppure, come ho scritto sopra, utilizzare il succo di limone. Durante la bollitura del latte si può aggiungere una foglia di alga Kombu per arricchire il tofu con ulteriori oligoelementi quali vitamine, ferro, calcio e magnesio che fanno sempre bene nella nostra alimentazione, da togliere prima di cagliare procedere alla cagliatura. 

PREPARARE IL LATTE DI SOIA PER IL TOFU 
Dose per 1 lt. e 1/2 di latte 

Ingredienti:
  1. 300 gr di fagioli di soia gialla secchi
  2. 2,7 lt di acqua per la cottura (ricetta con acqua ridotta)
  3. 1 foglia di alga Kombu (facoltativa)
  4. Una pentola capiente
  5. Un frullatore
  6. Uno scolapasta
  7. 1 telo di cotone per filtrare (il cencio della nonna è ottimo e si compra in merceria) 
Preparazione:
  1. Lavate sotto l'acqua corrette i fagioli di soia secchi e metteteli in ammollo con acqua fredda per una notte. Vedrete che il loro volume sarà raddoppiato rispetto al prodotto secco.
  2. Trascorso il tempo di ammollo sciacquate la soia sotto l'acqua corrente e scolatela. Qualcuno toglie le pellicine alla soia, ma il risultato finale cambia, quindi io non le non le toglierò. 
  3. Pesate la dose di acqua per la cottura della soia e mettetela da parte. Preparate il frullatore e iniziate a frullate un pò per volta la soia con l'acqua, fino a che non avrete finito tutta la soia e l'acqua. 
  4. Versate il composto frullato in una pentola capiente e lasciatelo cuocere fino all'ebollizione. Calcolate dal momento che bolle 15 minuti di cottura senza coperchio.
  5. Ultimata la cottura della soia, lasciatela raffreddare un po’  prima di procedere alla filtrazione del latte.
  6. Nel frattempo prendete lo scolapasta e rivestitelo con il telo di cotone, mettetelo sopra una pentola e filtrate il latte di soia. La poltiglia di soia che resta va strizzata tirando su i lembi del telo formando un fagottino, in modo da poter strizzarla bene con le mani (ecco perché meglio far raffreddare un po’ il latte, altrimenti ci ustioniamo le dita).
  7. Nel telo rimarranno i resti della soia strizzata, non buttatela (della soia non si butta via niente). Questa poltiglia di scarto si chiama Okara e in seguito la potrete utilizzare per squisite ricette.
  8. Il latte di soia filtrato è pronto per fare il tofu.

PREPARARE IL TOFU 
Dose per un panetto da circa 350 gr.

Ingredienti:
  1. 1 lt. e 1/2 di latte di soia (autoprodotto o comprato al naturale che abbia un minimo di grassi al 2% altrimenti sarà difficile coagularlo)
  2. 1  cucchiaio di Nigari (11 gr circa) o cloruro di magnesio (10 gr.)
  3. 75 ml di acqua bollente (per sciogliere il Nigari o il cloruro di magnesio)
  4. 1 foglia di alga Kombu (facoltativa)
Preparazione:
  1. In una pentola scaldate il latte di soia (aggiungete a piacere la foglia di alga kombu) e fate raggiungere la temperatura di 85°/88°. Se non avete un termometro per alimenti vi accorgerete che è alla giusta temperatura quando ai bordi della pentola si formeranno delle bollicine in procinto di bollire, a quel punto spegnete il fuoco. Togliete la pentola dal fuoco ed eliminate la foglia di alga kombu. 
  2. Sciogliete il cloruro di magnesio, o il Nigari, nell’acqua bollente e versatelo tutto in una volta nel latte di soia. Versatelo ad un altezza di circa 50 cm dal latte e non mescolate. Chiudete subito la pentola con il coperchio e lasciate coagulare per  45 minuti senza toccarla (anche in questa fase ognuno fa a modo suo, chi in tre volte, chi mette il coagulante mentre mescola, ma ho sperimentando che il metodo migliore è tutto in una volta senza agitare).
  3. Trascorso il tempo di posa vedrete il latte coagulato separato dal siero. A questo punto, prima di scolare i fiocchi di latte, potete aggiungere a piacere delle spezie per aromatizzare il vostro tofu.
  4. Nel frattempo avrete preparato un contenitore forato (quelle vaschette a cestello per scolare i formaggi freschi e le ricottine, oppure rimediate qualcosa di simile) rivestitelo con il telo di cotone inumidito e con un mestolo forate prelevate delicatamente i fiocchi di latte di soia, per non rompere la cagliata. Adagiatela tutta nella vaschetta e comprimetela delicatamente (state filtrando il tofu dal siero).   
  5. Lasciate scolare tutto il liquido in eccesso e infine ricoprite il tofu con i lembi del telo mettendoci sopra un peso per pressarlo. In questo modo il tofu farà scolare tutto il liquido e diventerà più compatto.   
  6. Tenete il tofu sotto pressa per almeno 1 ora (io lo lascio anche 3-4 ore), prima di toglierlo dal contenitore forato.
  7. Trascorso il tempo della scolatura del siero, aprite il telo e travasate il tofu in un vaschetta con salamoia per conservarlo in frigorifero per 7/10 giorni. 
  8. La salamoia si fa con mezzo litro di acqua bollente e 20 gr di sale, lasciare raffreddare prima di immergerci il tofu. 
  9. Potete anche congelarlo e , in alternativa, conservarlo sott’olio (con olio di semi di girasole) mettendolo in un barattolo di vetro tagliato a cubetti condito con erbe e spezie a piacere (origano, basilico, peperoncino, capperi e aglio sono una leccornia).
  10. Sayonara !! ^_^
Tofu fatto in casa

domenica 16 febbraio 2014

MARMELLATA DI KUMQUAT (mandarini cinesi)

Oggi è una splendida giornata e quando spunta il sole invernale cosa c'è di meglio che fare una dolce e profumata marmellata di agrumi? 
Questi frutti "bonsai" dal nome esotico Kumquat, che noi chiamiamo mandarini cinesi, sono piccoli ma intensi, hanno un'aroma profondo e deciso, nonostante siano di forma minuta.....vale quindi il detto che nella botte piccola c'è il vino buono? ^__^

Marmellata di Kumquat (mandarini cinesi)
Ingredienti:
  • 1 kg  di Kumquat (mandarini cinesi)
  • 1 kg  di Zucchero bianco semolato
  • 2 limoni interi possibilmente biologici
  • 3 cucchiai di Alcool Buongusto 95° (oppure acquavite o altro liquore)
Preparazione:
  • Lavate i mandarini e tagliateli a metà togliendo i semi. Lavate e tagliare i limoni togliendo anche a loro i semi. 
  • Pesate mandarini e limoni per un quantitativo totale di 1 chilogrammo di agrumi e frullateli per 20 secondi. Se avete il Bimby frullate per 20 secondi a velocità 5. 
  • Aggiungete lo zucchero e cuocete per circa un'ora in pentola, mentre con il Bimby mettete la temperatura a 100° / velocità 1-2 / 60 minuti. 
  • A fine cottura aggiungete l'alcool, mescolate bene e lasciate evaporare per qualche minuto. 
  • Nel frattempo che la marmellata cuoce, sterilizzate i barattoli di vetro mettendoli in una pentola con acqua a bollire per 15 minuti. Tirateli fuori con una pinza,  fateli scolare e quando sono asciutti passateli con un foglio di scottex appena imbevuto di alcool, facendo la stessa cosa ai coperchi. 
  • Versate la marmellata bollente nei barattoli  fino a pochi millimetri dal bordo del barattolo (meno spazio resta per l'aria, più si conservano) e chiudete con il coperchio. 
  • Capovolgete il barattolo su una superficie piana e lasciate capovolti finchè la marmellata si intiepidisce (quest'operazione vi creerà il sottovuoto e ve ne accorgerete dalla parte centrale del coperchio che si ritira verso l'interno). 
  • Etichettate e conservate la vostra marmellata di Kumquat, profumatissima e deliziosa per ogni occasione. 

domenica 9 febbraio 2014

AMMORBIDENTE PER IL BUCATO....fatto in casa!!

Ammorbidente per il bucato
Ingredienti:

  • 910 gr di Acqua demineralizzata (o infuso di lavanda)
  •   50 gr di Acido Citrico anidro (in farmacia)
  •   30 gr di Esterquat (lo trovate da Camelis)
  •   20 gr di Fragranza alla lavanda
  •     3 cucchiai di fiori di lavanda
  •   60 gocce di Conservante Cosgard ((lo trovate da Camelis)

Procedimento:

  • Fate un infuso di lavanda con 1,100 lt di acqua e 3 cucchiai di fiori secchi di lavanda.
  • Filtrate con un colino l'infuso eliminando la lavanda e pesate il quantitativo necessario per fare l'ammorbidente, che sono 910 gr.
  • Rimettete sul fuoco l'acqua, versate dentro l'acido citrico e le perle di l'Esterquat, lasciate sciogliere sul fuoco per circa 20 minuti. 
  • Quando l'Esterquat si è sciolto, togliete dal fuoco e frullate con uno sbattitore a fruste per circa 10 miniuti (vi consiglio di non usare il minipiner perchè farebbe troppa schiuma). 
  • Quando il composto è bene amalgamato e ha raggiunto una temperatura tiepida aggiungete la fragranza e il conservante.
  • Il colore rosa che vedete nella foto è naturale, non ho messo coloranti. L'infuso di lavanda e l'acido citrico hanno conferito all'ammorbidente questo tono piacevole da vedere e gradevole all'olfatto. 
  • Potete usare anche solo acqua demineralizzata senza procedere con l'infuso di lavanda e poi profumare e colorare a piacere.
  • Conservate in un contenitore riciclato e usatelo all'ultimo risciacquo della biancheria, a mano o in lavatrice.

      


A cosa serve l'acido citrico?
Serve a degradare gli enzimi e i residui dei detersivi, ad inibire le particelle di calcare. Rende il bucato morbido al tatto e più facile da stirare.

Cos'è l'Esterquat?
E' un condizionante costituito da un emulsionante/fattore di consistenza (alcol cetilstearilico) e un tensioattivo/condizionante cationico (Distearoyethyl Dimonum Chloride) altamente biodegradabile.

Variazioni della ricetta: 
  1. Se avete acqua dura, con molto calcare, potete aumentare la dose di acido citrico fino a 100 gr. per litro.
  2. Se preferite una maggiore densità e cremosità dell'ammorbidente mettete fino a 35 gr di Esterquat per litro. (quando si raffredda si addensa)

SAPONE LIQUIDO BASE (con idrossido di potassio)

Ecco la versione ufficiale del sapone liquido fatto a regola d'arte con idrossido di potassio. 
Potete raddoppiare la dose o dimezzarla a vostro piacimento. Questo sapone si può usare per le mani, come bagnoschiuma, shampoo, etc..... Di seguito vi posterò le varianti che si possono aggiungere a questo sapone liquido di base, che già di per se è ottimo così.

Sapone liquido base
Ingredienti:
  • 234 gr di Olio di Girasole
  • 99 gr di Olio di Cocco
  • 78 gr di Idrossido di Potassio (sconto -10%)
  • 234 gr di Acqua demineralizzata per la soluzione alcalina
  • 1000 gr di Acqua demineralizzata per la diluizione della pasta di sapone
  •  28 gr di Soluzione neutralizzante (fatta con 15 gr di Acido Borico in 85 gr di Acqua)

Procedimento:
  • Mettete in un contenitore l'acqua per fare la soluzione alcalina e versate dentro l'idrossido di potassio. Mescolate per farlo sciogliere e mettete da parte.
  • Pesate gli oli e metteteli in una pentola capiente a bagnomaria, scaldate fino a 150° e poi aggiungete lentamente la soluzione alcalina che avete preparato precedentemente.  
  • Mescolate il composto con un cucchiaio di legno e dopo frullate con il Minipiner per circa 20 minuti, fino a quando si forma un nastro molto denso.
  • Sempre con la pentola sul fuoco, a bagnomaria, lasciate cuocere il composto per circa 3-4 ore mescolando ogni 20-30 minuti. Vi renderete conto che la pasta di sapone è pronta quando diventa di un colore traslucido e compatto, come una pasta di vasellina. 
  • A questo punto, per sapere se la pasta di sapone è cotta al punto giusto, fate il test di prova. Prendete un bicchiere di vetro trasparente e versate 30 gr di acqua bollente, mettete dentro 15 gr di pasta sapone e fatela sciogliere. Se il liquido nel bicchiere resta chiaro e limpido, il sapone è pronto. Se vedete il liquido di un colore lattiginoso o con nuvole bianche, non è pronto e va cotto ancora un pò. 
  • Quando è pronto, scaldate l'acqua per la diluizione della pasta di sapone. Versatela bollente sopra l'impasto e mescolate delicatamente con il cucchiaio di legno, spegnete il fuoco e mettete un coperchio sulla pentola. Lasciate riposare per circa 2 ore fino a quanto la pasta si è sciolta tutta. Abbiate pazienza e non smuovete troppo con il cucchiaio, altrimenti si forma della schiuma in superficie. 
  • Dopo aver sciolto la pasta di sapone dovete neutralizzarla, quindi riaccendete il fuoco e scaldate il liquido fino a 180° . Nel frattempo preparate la soluzione neutralizzante con l'acido borico e l'acqua. In 85 gr di acqua calda versate 15 gr di acido borico (lo trovate in farmacia, in polvere). Da questa soluzione prelevate il quantitativo necessario, 28 gr , e versatelo nel sapone liquido un pò per volta mescolando. 
  • Quando il sapone è ancora caldo potete aggiungere una fragranza a piacere per profumarlo e un colorante, oppure lasciate il sapone al naturale. 
  • Mettete un coperchio sulla pentola e lasciate raffreddare il sapone liquido e, per finire, mettetelo in un capiente barattolo di vetro chiuso. Lasciatelo riposare per una settimana senza muoverlo (questo periodo di posa si chiama sequestrare) affinchè le particelle alcaline insolute precipitano sul fondo del contenitore. 
  • Trascorso il tempo di posa travasate il sapone liquido nei vostri flaconi. Usate un mescolo per non scuotere la posa sul fondo del barattolo. Se durante il travaso il fondo si mischia al sapone liquido, lasciatelo di nuovo in posa e poi prelevate il sapone pulito. La posa di fondo si butta, ma se volete la potete utilizzare per lavare il terrazzo o i sanitari del bagno. 
  • Nella foto vedete il mio sapone liquido colorato con una fialetta di rosso alimentare e profumato con fragranza alla pesca bianca. 

domenica 26 gennaio 2014

CASTAGNOLE DI COCCO della Patty

Quest'anno le castagnole si travestono di cocco con questa ricetta alternativa alle solite castagnole fritte di carnevale. 

Castagnole di Cocco

Ingredienti: 

  • 250 gr di Farina di Cocco
  • 200 gr di Zucchero semolato 
  • 80   gr di Farina bianca 00
  • 4     uova intere
  • 1     pizzico di sale

Preparazione:

  1. Unite tutti gli ingredienti in una ciotola, la farina di cocco, lo zucchero, la farina bianca, il pizzico di sale e le uva intere.
  2. Miscelate gli ingredienti fino a rendere il composto omogeneo e all'occorrenza aggiungete un'altro pizzico di farina bianca se l'impasto risulta ancora molle e appiccicoso. 
  3. Formate delle palline con le mani inumidite d'acqua, in modo da non fare attaccare il composto alle dita. 
  4. Preriscaldate il forno a 180° e disponete le castagnole di cocco su una teglia rivestita di carta da forno. 
  5. Cuocete per 10 minuti, sfornate e spolverate sopra un sottile strato di zucchero a velo.  
  6. In alternativa potete servirle con del cioccolato fondente fuso a bagnomaria e versato a filo sopra le palline di cocco, saranno deliziose. 

mercoledì 22 gennaio 2014

CREMA CORPO RASSODANTE ANTISMAGLIATURE

Siamo pronte per la prova costume?
Ahhhhh.....quando fanno questa domanda, resto in silenzio e quasi non vorrei rispondere. 
Sapete che vi dico? Prepariamoci alla prova costume più rassodate e con meno smagliature, ma sì..... ;)))

Questa crema richiede ingredienti che troverete o nelle farmacie galeniche o dai fornitori che vi ho elencati oppure potete sostituirli con altrettanti attivi dalle stesse proprietà. La crema si spalma bene per un massaggino serale prima di andare a dormire e così, sera dopo sera, iniziamo i preparativi alla fatidica prova costume. 

Crema corpo rassodante antismagliature

Dose per 100 gr di prodotto - metodo (leggetelo, è diverso dal solito)

Fase A
  • 50  gr di Acqua demineralizzata
  • 0,5 gr di Caffeina anidra
  • 5,0 gr di Glicerina 
  • 0,3 gr di Xantana
Fase B
  • 3,0 gr di Olio di Avocado
  • 2,0 gr di Olio di Cacao
  • 2,0 gr di Olio di Jojoba
  • 1,0 gr di Cetiol Sensoft (olio)
  • 5,0 gr di Burro di Karite
  • 5,0 gr di Burro di Cacao
  • 6,0 gr di Burro di Mango
  • 3,0 gr di Metilglugosio Sesquistearato
  • 2,0 gr di Cetil Palmitato
  • 0,5 gr di Alcool Cetilico
Fase C
  • 2,0 gr di Olio di Rosa Mosqueta
  • 3,0 gr di Elastocell (lo trovate da famacia Vernile)
  • 3,0 gr di Collagene 
  • 1,0 gr di Shuttle A-C-E (lo trovate da Camelis)
  • 3,0 gr di Gel di Sodio Jaluronato 1%
  • 1,0 gr di Tocoferolo
  • 0,5 gr di Estratto idroalcolico di Gingo Bilboa
  • 15 gocce di Oli essenziali di Geranio-Lavanda-Mirra
  • 0,6 gr di Conservante Cosgard
  • Ph finale 5,5 
Preparazione:
  1. Intiepidite l'acqua in un becker e versate dentro la caffeina per farla sciogliere. 
  2. In un altro becker mettete la glicerina e disperdete la xantana, miscelate e versate sopra l'acqua. 
  3. Mettete nella fase A (acqua) tutti gli ingredienti della fase B (grassi ed emulsionanti) e scaldate a bagnomaria (o microonde) fino a 75°.
  4. Col il minipiner frullate le due fasi A+B e fermatevi quando si forma l'emulsione. 
  5. Mettete il becker con l'emulsione in un bagnomaria di acqua fredda (con dei cubetti di ghiaccio) e continuate a mescolare l'emulsione con un cucchiaino, alternando con un breve colpo di minipiner.  
  6. Quando la crema è fredda (al di sotto dei 40°), unite ad uno ad uno gli ingredienti della fase C. 
  7. Misurare il PH, se necessario regolatelo, e per finire date un'ultima frullata finale con il minipiner.
  8. Sterilizzate un vasetto, asciugatelo bene e conservate la crema nel contenitore, è pronta per l'uso. 

martedì 21 gennaio 2014

SAPORI DALL'INDIA...un menu fatto con amore

Resto sempre affascinata dai sapori e i profumi di questa terra, dalla dolcezza e la pazienza che le donne impiegano nel cucinare, ma anche dall'amore che trasmettono al cibo mentre viene preparato. Un indiano, anni fa, mi disse che il cibo cucinato con amore ha un sapore diverso.....sono sicura che è vero, ha un sapore speciale. Se un giorno, restando a casa, volete condividere questi sapori con chi amate (la vostra famiglia o amici cari) inebriatevi dei profumi che l'India vi offre e cucinate il cibo con amore e soprattutto servitelo con altrettanto amore.  

IL PANEER
Il paneer è un tipico formaggio indiano non stagionato fatto in casa. Ha un sapore acidulo e viene spesso utilizzato per varianti vegetariane di piatti a base di carne (Paneer Tikka Masala), o per le zuppe. È molto diffuso nel continente (soprattutto nel nord), ma viene consumato anche in paesi come Nepal, Pakistan e Bangladesh - in cui il latte è un ingrediente molto presente della cucina locale. Viene anche chiamato Chhena.
È tradizione che siano le donne, in India, a lavorare i latticini direttamente nelle loro cucine. 

INGREDIENTI:
2 lt di latte intero
60 ml di succo di limone 
ATTREZZATURA: 
1 panno di mussola o cotone dalla trama molto sottile

PREPARAZIONE (APPROSSIMATIVAMENTE 2 ore):
1.    In una pentola, portate il latte a ebollizione. Assicuratevi di mescolare con continuità.
2.    Aggiungete lentamente il succo di limone al latte, continuando a mescolare con cura. In una decina di secondi dovreste cominciare a vedere il latte che si separa dal siero. Capirete che la separazione è completa quando il siero avrà assunto un colore tendente al verdolino.
NOTA BENE: La quantità di limone è indicativa: continuate a versarlo lentamente nel latte che bolle finché non cominciate a vedere gli effetti della separazione. A quel punto, sospendete la somministrazione.
3.    Spegnete il fuoco e coprite con un coperchio. Lasciate riposare per qualche minuto. 
4.    Predisponete il panno di mussola su un colino che userete come supporto. Versate il contenuto della pentola all’interno del panno.
NOTA BENE: Se desiderate tenere da parte il siero, mettete il colino su un recipiente. 
5.    Richiudete il panno legando le estremità opposte. Sollevate dolcemente il panno dal colino. A questo punto, dovete lasciare che il liquido scoli con cura appendendo il panno, per esempio, al rubinetto di casa. Lasciate per 30 minuti circa.
6.    Poggiate il panno su un tavolo e aprite l’involto: schiacciate con cura il formaggio fino quasi a impastarlo: ciò impedirà che si sfaldi successivamente. Richiudetelo, facendo attenzione di far fare al tessuto meno pieghe possibili. 
7.    Poggiate l’involto su uno scolapasta rovesciato e mettete sopra un contrappeso (una pentola vuota andrà benissimo). Lasciate per 30 minuti.
8.    Aprite l’involto e tagliate il paneer nella misura che preferite.

CONSIGLI:
1)    Assicuratevi che il latte stia bollendo da alcuni minuti  prima di procedere a versare il limone.
2)    CONSERVAZIONE: Più fresco è, più buono è. Il paneer si conserverà 4-5 giorni nel vostro frigorifero se lasciato a bagno nell’acqua (da cambiare tutti i giorni), proprio come il tofu.
3)    CONSERVAZIONE: Surgelare il paneer è possibile e consigliabile quando lo si prepara con largo anticipo o si intende fare scorta. In freezer può conservarsi per diversi mesi.
4)    Il siero può essere conservato in frigorifero per altre ricette deliziose (come zuppe o chapati).
5)    Se non volete usare il limone, adoperate del latticello o dell’aceto. Il latticello conferisce una texture più cremosa. 
6)    Qualora desideraste utilizzare il paneer per preparazioni in cui è richiesta una consistenza più corposa e meno cremosa, consigliamo di aggiungere un cucchiaio di farina per ogni litro di latte al momento del punto 6 della preparazione; in questo modo la resa sarà più consistente.
7)    PER FARE PRIMA: Siete di fretta? Dopo aver scolato accuratamente il formaggio  per la prima volta, rimuovetelo e passatelo al mixer finché non ottenete una consistenza cremosa adatta alle vostre esigenze. Se vi sembra comunque troppo liquido… Temo dovrete ugualmente procedere al punto 7 della procedura di preparazione.
8)    Paneer aromatizzato? Perché no! Aggiungete un po’ di cumino, pepe nero, peperoncini verdi sminuzzati o coriandolo fresco. O magari solo un po’ di sale. Amalgamate al paneer dopo aver scolato bene dal siero. La vostra fantasia è l’unico limite!
9)    LA COTTURA DEL PANEER: Se vi sembra di aver esagerato con il limone, non buttate tutto! C’è ancora una speranza. Saltatelo in padella con poco olio vegetale, 30 secondi per parte. Anche se vi sembra “crudo”, non lo sarà: se esagerate, il formaggio comincerà a sfaldarsi. 



IL PALAK PANEER

Il Palak paneer è uno dei piatti più facilmente riconoscibili della cucina indiana. Uno dei cavalli di battaglia vegetariani che difficilmente può mancare sulle tavole d’oltreoceano. Molto diffuso anche nei ristoranti. Ricco di ferro, proteine e delizioso anche per i bambini.

INGREDIENTI (PER 4 PERSONE):
500 gr di spinaci congelati
200 gr di paneer a cubetti
3 cucchiai di olio
2 cipolle medie, tritate finemente
1 barattolo di passata di pomodoro
2,5 cm di zenzero fresco, tritato finemente
4 spicchi d’aglio, tritati finemente
2 cucchiaini di garam masala
1 cucchiaino di cumino
2 cucchiaini di polvere di coriandolo
1 cucchiaino raso di curcuma
8 cucchiai di panna da cucina
Polvere di peperoncino, q.b.
Sale, q.b.
Latte, q.b.

PREPARAZIONE (APPROSSIMATIVAMENTE 40 minuti):
1)    Lessate gli spinaci in abbondante acqua salata.
2)    Mettete gli spinaci in un mixer e tritateli fino ad ottenere la consistenza desiderata: evitate di tritarli eccessivamente, cercate di ottenere un composto granuloso.
3)    In una padella antiaderente, preriscaldate l’olio a fuoco alto. Quando ha raggiunto la temperatura, aggiungete la cipolla tritata e mescolate. Fate cuocere per 5 minuti circa.
4)    Aggiungete lo zenzero e l’aglio al mix. Fate cuocere per altri 5 minuti circa.
5)    Aggiungete la passata di pomodoro e fate cuocere coperto finché l’olio non si separa dagli ingredienti. Mescolate molto spesso, poiché tende a bruciare molto in fretta. Abbassate il fuoco se necessario.
6)    Mentre il soffritto cuoce, preriscaldate un po’ d’olio in una padella antiaderente, aggiungete i cubetti di paneer e lasciateli dorare all’esterno. Rimuoveteli dal fuoco e depositateli su un po’ di carta da cucina per rimuovere l’olio in eccesso.
7)    Dopodiché, prendete i cubetti di paneer ed immergeteli in acqua fredda per circa cinque minuti. Nel frattempo, se il soffritto è pronto, aggiungete gli spinaci al composto. 
8)    Mescolate ed aggiungete il garam masala, la polvere di cumino, la polvere di coriandolo, il sale, la polvere di peperoncino e la curcuma. Mescolate bene per 3-5 minuti.
9)    Aggiungete la quantità desiderata di panna da cucina e/o latte, fino ad ottenere una consistenza desiderata. A questo punto, strizzate delicatamente il paneer dall’acqua e mettetelo nel masala di spinaci. 
10)    Riscaldatelo mescolando con cura.
11)    Servite caldo con del pane naan, chapati, riso basmati o paratha. 

CONSIGLI:
1)    Se non volete utilizzare la classica panna da cucina provate con un po’ di latte condensato oppure solo latte, anche di soia.



DOSA o CHATAMARI
Le dosa (anche note come Chatamari) rappresentano lo street food per eccellenza del panorama Indiano. La pastella croccante e profumata si abbina perfettamente a moltissime preparazioni.
Nell’immaginario occidentale, le dosa potrebbero essere considerate delle crepes o dei pancakes salati.
Le dosa sono anche la colazione preferita di moltissimi indiani nel sud del paese. La loro preparazione, un po’ laboriosa, produce un risultato delizioso e privo di grassi saturi. La pastella, composta prevalentemente di riso e lenticchie, è ricchissima in proteine e senza glutine.
Inoltre – non spaventatevi! – il breve processo di fermentazione incrementa l’apporto di vitamina B e vitamina C.
In questa ricetta vi illustreremo come fare per ottenere una pastella per le dosa con gli ingredienti reperibili anche dalle nostre parti, nella speranza di poter accendere la vostra vena culinaria e spingervi a provare queste delizie indimenticabili.

INGREDIENTI (8 DOSA CIRCA)
50 gr di riso basmati
180 gr di lenticchie (meglio se gialle)
500 ml d’acqua
1 cucchiaino di lievito in polvere
Sale, q.b.
Paprika dolce, q.b.

PREPARAZIONE:
1)      In un contenitore capiente, mettete l’acqua e immergete il riso con le lenticchie. Lasciate riposare per una notte.
2)      Prendete un mixer e, il giorno successivo, frullate tutto accuratamente. Acqua compresa. Dovrete ottenere un composto cremoso e uniforme.
3)      Aggiungete un pizzico di sale, la paprika dolce e il lievito. Mescolate con cura, coprite con un canovaccio pulito e lasciate riposare tutto per almeno un paio d’ore.
4)      In una padella antiaderente, preriscaldate l’olio. A fiamma media, aiutandovi con un mestolo capiente, prendete un po’ del composto e stendetelo con cura sulla padella calda. Aiutatevi facendola oscillare con delicatezza, e cercate di ottenere una dosa rotonda e regolare. Più sottile sarà, più facile sarà cuocerla.
5)      Se non volete coprire l’intera superficie della padella (più grande è, più è facile romperla), aggiungete poca pastella e stendetela con il fondo di un piccolo bicchiere facendo movimenti circolari. Nella padella che sfrigola dovreste vedere un sottilissimo strato di dosa costellato di bollicine d’aria.
6)      Cuocete 1-2 minuti, o finché non vedete che comincia a dorare leggermente anche di sopra. Aiutandovi con una spatola di plastica, staccate la dosa dalla padella e arrotolatela delicatamente.
7)      Servite calda con Aloo Masala, con un Chutney di cocco o con il Sambhar.


LADDU
laddu (rava laddu), anche conosciuti come ladu o ladoo, sono dei dolcetti circolari molto diffusi ed apprezzati in India. La loro preparazione è semplice e il sapore, particolarmente gradevole (gli ingredienti presenti lo rendono molto familiare anche al nostro palato) li rende i protagonisti dei banchetti per le celebrazioni più importanti: matrimoni, festività religiose...
Si mangiano con le mani e sono talmente deliziosi che persino il dio Ganesh viene raffigurato, spesso, nell’intento di mangiarli.
Il Divali è l’occasione speciale in cui i laddu vengono prodotti con più frequenza: la festività indiana che celebra la vittoria del bene sul male e che vizia il palato con le sue esclusive preparazioni.

INGREDIENTI PER 30 LADDU CIRCA (APPROSSIMATIVAMENTE 10 PERSONE):

440 gr di semola (rava, in hindi)
120 gr di burro
380 gr di zucchero
190 grammi di scaglie di cocco
150 ml di latte condensato
½ cucchiaino di cardamomo in polvere
1 pizzico di zafferano (facoltativo)
40 gr di uvetta
40 gr di frutta secca tritata (mandorle, anacardi, pistacchi, noci – a scelta)

PREPARAZIONE (APPROSSIMATIVAMENTE 1 ora):
1)    In una padella antiaderente dal bordo alto, fate sciogliere il burro.
2)    Fate soffriggere l’uvetta nel burro finché non si ammorbidisce. Rimuovete scolandola benissimo e mettete da parte.
3)    Aggiungete la semola al burro e lasciate tostare finché un delizioso profumo non si diffonderà per la stanza.
4)    Abbassate la fiamma ed aggiungete il cocco e lo zucchero. Mescolate finché non saranno ben amalgamati.
5)    Aggiungete l’uvetta messa da parte, il misto di frutta secca tritata, il cardamomo e mescolate benissimo.
6)    Aggiungete il latte condensato all’impasto e spegnete il fuoco. Continuate a mescolare finché l’impasto non ha raggiunto una consistenza decisa. 
7)    Mentre l’impasto è ancora caldo, bagnatevi le mani in acqua fredda e prendetene piccole porzioni, modellandole con le mani fino a formare delle sfere grandi quanto una pallina da golf. Anche più grandi, se preferite. 
8)    Servire a temperatura ambiente.

CONSIGLI:
1)    Non fate raffreddare l’impasto: risulterà molto più difficile formare le sfere. 
2)    Prima di mettere in un contenitore ermetico, lasciate che si raffreddino completamente per evitare che si sfaldino.
3)    VARIANTE: Per una consistenza un po’ meno grumosa, al posto della semola usate semolino e farina di ceci in parti uguali. 
4)    CONSERVAZIONE: Conservate in frigorifero per diversi giorni. Se volete prepararli con largo anticipo, metteteli in freezer.
(ricette e foto tratte da About India)

sabato 18 gennaio 2014

OLIO LIFTING CONTORNO OCCHI

Bene! Inizio l'anno con un olio dalle proprietà antiossidanti, idratanti e lisciante per la delicata zona del contorno occhi. Borse, occhiaie, rughe (le zampa di gallina per intenderci) davanti allo specchio si ingigantiscono ed ecco.........l'urlo mattutino!! 
Prendiamoci cura dei nostri occhi a tutto tondo, riposando la vista da computer e televisione, struccandoli prima di andare a dormire e coccolandoli con un prodotto specifico. 
La sera, dopo aver tolto i residui del trucco e pulito la pelle del viso, massaggio la parte sottostante degli occhi con una goccia di olio anti-age. Faccio leggeri movimenti dall'esterno verso l'interno e picchietto delicatamente con i polpastrelli tutta la zona. 
L'olio si assorbe in breve tempo e adesso al risveglio non grido più davanti allo specchio!! :))

Olio lifting contorno occhi

Dose per 30 gr di prodotto

Ingredienti:
  • 9,0  gr. Olio di Argan
  • 9,0  gr  Olio di Enotera
  • 9,0  gr  Olio di Ribes Nero
  • 1,0  gr  Vitamina E
  • 0,1  gr  Q10 in polvere
  • 0,5  gr  Zanthalene
  • 0,4  gr  Proteine della Seta idrolizzate
  •    2  gocce di Olio essenziale di Patchuly

Preparazione:
In un becker pesate gli oli e aggiungete la vitamina E. 
Scaldate leggermente gli oli (anche sopra un termosifone perchè sono oli termolabili e non vanno surriscaldati ad alte temperature) e miscelate bene tra di loro. 
Aggiungete il Q10 e fate sciogliere la polvere nell'olio, poi unite gli altri ingredienti, il Zanthalene, le proteine della seta e l'olio essenziale. Una leggera frullata con il mini-mix e l'olio è pronto. 
Imbottigliate in un flaconcino di vetro con il contagocce e usare dopo un paio di giorni. 

Perchè ho scelto questi ingredienti?

Olio di Argan: Aiuta a ricostituire il film idrolpidico cutaneo esplicando le sue proprietà idratanti, nutrienti, protettive, rigeneranti, elasticizzanti e cicatrizzanti. E' efficace contro l'invecchiamento, promuove la produzione di collagene (una proteina che sostiene tutti i tessuti, anche la pelle) e quindi aiuta a prevenire la formazione delle rughe. 

Olio di Enotera: Grazie ai suoi acidi grassi essenziali, ricostituenti delle membrane cellulari, offre alla pelle proprietà rigeneranti: lenitivo, rivitalizzante, ristrutturante, antisenescente, antirughe.

Olio di Ribes Nero: Impiegato in varie tipologie di prodotti cosmetici, quali formulazioni anti-aging o destinate a pelli secche e sensibili, quest'olio contribuisce al mantenimento della barriera cutanea e attenua i danni causati dai raggi ultravioletti, dai radicali liberi e dall'invecchiamento cellulare, in virtù delle sue proprietà emollienti e decongestionanti. 

Zanthalene: Ottimo per il contorno occhi e per creme antirughe con effetto lenitivo. Zanthalene è una soluzione lipofica contenente circa il 20% dell'estratto ottenuto dai frutti di Zanthoxylum bungeanum: i principi attivi di questa pianta, identificati come principali responsabili dei suoi effetti, sono le alchilammidi lipofiche idrossi-sanshools. Applicato nella zona del contorno occhi ha un effetto lifting visibile e immediato, insieme a una marcata azione antirughe (lo trovate presso la farmacia Vernile). 

Proteine della Seta idrolizzate: Contiene Sericina e dopo la sua applicazione la pelle appare più liscia e levigata assumendo un aspetto più disteso. Le proprietà filmogene della sericina e il suo effetto tensore sulle piccole rugosità cutaneo hanno dimostrato una marcato azione levigante sulle irregolarità cutanee e un'effettiva azione anti rughe (riduce la profondità e progressivamente ne migliora la condizione).

giovedì 16 gennaio 2014

PERCHE' I GATTI DORMONO VICINO A NOI?

I gatti hanno un legame "magico" con il mondo invisibile. 

Proprio come i cani, che sono i nostri guardiani nel mondo fisico e darebbero la loro vita per salvarci, i gatti sono i nostri protettori dell'energia spirituale e farebbero di tutto per proteggerci quando la nostra energia si abbassa. 
Quando siamo svegli, il gatto "ripulisce" la nostra casa dalle energie intruse. Quando dormiamo, filtra e trasforma quest'energia. Spesso il gatto cerca e guarda nel "nulla" ....vede le cose che noi non vediamo.   
Spesso, il gatto che va in una casa che non conosce inizia a miagolare, non lo fa solo per attirare l'attenzione, è una sorta di avvertimento che sta dando: sente che la qualità di energia deve migliorare in quel posto. 
I nostri problemi quotidiani e lo stress sono assorbiti dal gatto. Infatti quando c'è troppa energia negativa e comune per il gatto sentirsi più debole. 
Naturalmente il gatto non è l'unico responsabile per il bilancio energetico della casa, più c'è armonia nel vostro ambiente, meno dovrà filtrare l'energia negativa e, quindi, sarà più felice e più sano. 

Quando dormiamo i nostri corpi, astrale e fisico, sono separati e andiamo in una quinta dimensione, cioè in una dimensione senza tempo nè spazio: la dimensione in cui siamo quando stiamo sognando.  
A causa della mancanza di formazione e di preparazione, il più delle volte non si vede questa dimensione, dato che è piuttosto "mascherata", ossia codificata con i nostri contenuti psichici inconsci. 
I gatti di solito ci accompagnano e ci proteggono in questi viaggi astrali oppure proteggono il nostro corpo astrale, oltre a prendersi cura di noi contro le energie spirituali indesiderate  mentre dormiamo. 
Queste sono le ragioni per il quale a loro piace dormire con noi nel letto. 

Il gatto è un trasformatore di energia che aiuta nella guarigione. Ci insegna ad amare. 
Non a sottometterci, ci insegna quell'amore gratuito che fa la differenza. Infatti tante persone hanno difficoltà a vivere con i gatti trovandoli  "animali interessati". In primo luogo, si deve guadagnare la fiducia del gatto. Quindi bisogna imparare a rispettarla. Dopo di che vi mostrerà affetto quando si è realmente pronti. 
I gatti riflettono l'amore. 
Dal punto di vista energetico, le persone che sono allergiche ai gatti sono persone che nella loro vita hanno difficoltà a lasciarsi andare all'amore. Secondo Caroline Connor, se ci sono molte persone nella famiglia e un solo gatto, questo può sovraccaricarsi ad assorbire tutte le negatività. In questi casi è bene avere più di un gatto per dividere il carico tra loro. 

Se non avete mai avuto un gatto e all'improvviso ne arriva uno nella vostra vita è perchè avete bisogno di un gattino in quel momento specifico. Il gatto è disposto ad aiutarvi. Se non è possibile tenerlo con voi, è importante trovargli una casa. Il gattino vi sarà vicino anche se non fisicamente e lo si può scoprire attraverso i sogni. Spesso, nei sogni appare il gattino, fa il suo lavoro e se ne va.
Per finire, cercate di osservare come i gatti reagiscono a chi viene a farvi visita in casa. Spesso stanno cercando di proteggervi da energie negative.  

La mia piccolina, sì, dorme ai piedi del letto...

domenica 5 gennaio 2014

Uhhhhhhh....... ARRIVA LA BEFANA ! !


Conoscete la storia della Befana? 
Scommetto che qualcuno l'ha dimenticata oppure non la conosce ancora. 

La Befana è una vecchietta brutta e gobba, con il naso adunco e il mento aguzzo, vestita di stracci e coperta di fuliggine, perchè entra nelle case attraverso la cappa del camino. 
Mentre tutti dormono, la notte tra il 5 e il 6 gennaio, infila doni e dolcetti nelle calze dei bambini appese al caminetto. Ai bambini buoni lascia caramelle e dolci, a quelli cattivi lascia pezzi di carbone. 

Il termine "Befana" deriva dal greco "Epifania" che significa "apparizione, manifestazione". 
Quando i Re Magi fecero visita a Gesù, il 6 gennaio, per offrirgli oro, incenso e mirra, anche la Befana apparve nei cieli, a cavallo della sua scopa, per portare doni o carbone ai bambini. 


Una leggenda narra la coincidenza della Befana con i Re Magi

Una freddissima sera di inverno, bussarono alla porta della casa della Befana tre personaggi elegantemente vestiti: erano i Re Magi che si erano messi in cammino da molto lontano per rendere omaggio al bambino Gesù. 
Le chiesero dove si trovava la strada per Betlemme e la vecchietta gli indicò il cammino ma, nonostante le chiesero di essere accompagnati, lei aveva troppe faccende da sbrigare e non si unì a loro. 
Dopo che i Re Magi se ne furono andati la vecchietta sentì che aveva sbagliato a rifiutare l'invito e decise di raggiungerli. Uscì nella notte per cercarli ma non riuscì a trovarli. 
Così bussò ad ogni porta lasciando un dono ad ogni bambino nella speranza che uno di loro fosse Gesù. 
Da allora, per millenni, la Befana ha continuato a portare doni nella notte tra il 5 e il 6 gennaio a cavalo della sua scopa.......

Shhhhhhhh e ora fate i bravi altrimenti la Befana vi porta il carbone !!!

(storie tratte dal web)